Tuo figlio ha la febbre alta: cosa fare?

Argomenti associati: Bambini Febbre Consigli utili Rimedi

La febbre elevata, la situazione in cui la temperatura corporea supera i 39 gradi, fa preoccupare molto mamme e papà ma, di per sé, non è indice di una malattia grave. Attenzione, invece, agli altri sintomi associati.

La febbre oltre 39 gradi non è grave di per sé. La febbre può essere alta anche in caso di malattie banali.

Bisogna invece stare attenti se aumenta la frequenza respiratoria e se compaiono macchie sulla cute non compatibili con le malattie dell’infanzia.

Quando un bambino si ammala, può capitare che la febbre si presenti da subito molto alta, crescendo con una impennata improvvisa. E così, nel giro di poche ore, partendo da una situazione di assoluta normalità, ecco che la fronte del bambino inizia a scottare e la temperatura, misurata, sfiora o supera addirittura i 39 gradi. Inutile dire che, quando si verifica una situazione di questo genere, mamme e papà si preoccupano in maniera particolare poiché, comunemente, si tende a vedere nella temperatura corporea un indicatore della gravità della malattia: se la febbre è alta, si pensa, anche la patologia sarà più grave. In realtà le cose sono molto diverse.

I falsi miti del “febbrone”

È necessario, quindi, superare alcune false (ma radicate) convinzioni che accompagnano la febbre elevata. Cominciamo con il dire che la risposta febbrile è estremamente individualizzata: non tutte le persone rispondono alle aggressioni batteriche o virali allo stesso modo e l’entità del rialzo febbrile varia da persona a persona, anche se sono identiche le condizioni di partenza. Di conseguenza possiamo affermare che non è il tipo di germe a definire la quantità della risposta febbrile. A riprova di ciò, ecco una considerazione empirica: non sono rari i casi in cui si verificano polmoniti (anche severe) senza che vi sia stato un sensibile innalzamento della temperatura corporea.

Leggi anche: Febbre alta e improvvisa: da che cosa può dipendere?

La febbre alta fa venire le convulsioni

Un’altra paura molto diffusa è quella per cui le convulsioni siano il prodotto di una febbre molto elevata. Secondo alcune ricerche la concomitanza tra crisi convulsive e febbre potrebbe non dipendere esclusivamente dall’entità del rialzo della temperatura. Non è ancora del tutto chiaro il meccanismo con cui si scateni la convulsione febbrile, ma non sembra esserci una correlazione diretta tra il grado della febbre e l’insorgenza delle convulsioni febbrili in bambini suscettibili.

Più che concentrare l’attenzione sul termometro, è importante valutare con la giusta serenità le condizioni generali del bambino. Se gioca, mangia, riposa ed è di umore discreto, le preoccupazioni possono cedere il passo a una vigile serenità.

La febbre elevata può causare danni neurologici

Un altro mito da sfatare è quello per cui una febbre alta, che raggiunge e supera i 39 gradi, può determinare danni di tipo neurologico o essere la causa di una meningite. È casomai vero il contrario: la meningite si manifesta con la febbre, ma è questa infiammazione di origine batterica o virale a essere potenzialmente pericolosa a livello neurologico. La febbre, che ne è una conseguenza, rimane un meccanismo di difesa.

È importante osservare il comportamento del bambino

Più che concentrare l’attenzione sul termometro, è importante valutare con la giusta serenità le condizioni generali del bambino. Se gioca, mangia, riposa ed è di umore discreto, le preoccupazioni possono cedere il passo a una vigile serenità. Anche l’inappetenza e la sonnolenza possono essere considerate normali, in questa fase. In genere tale sonnolenza segue il ritmo della febbre e il bambino sarà più vigile e di buonumore al mattino, mentre diventerà più mogio e meno reattivo nel momento di massimo rialzo febbrile, attorno alle 18.00.

Quando è necessario un controllo pediatrico?

È importante consultare il pediatra per una verifica in giornata in occasione di ogni rialzo febbrile fino all’anno di età, indipendentemente da altri segni di malattia. Passato l’anno di vita mamme e papà dovrebbero imparare a fare alcune valutazioni che possono aiutare a intercettare quei sintomi che non vanno trascurati. A livello respiratorio, per esempio, è utile sapere che la frequenza del respiro non dovrebbe superare i seguenti parametri:

Meno di due mesi – Non più di 60 respirazioni al minuto

Tra 2 e 12 mesi – Non più di 50 respirazioni al minuto

Da 1 a 5 anni – Non più di 40

Dai 5 ai 12 anni – Non più di 30

Oltre 12 – Non più di 20

A livello neurologico sono da segnalare prontamente le crisi convulsive (il primo episodio in special modo, in seguito ogni storia dovrà essere valutata individualmente). È importante far verificare da un medico esperto l’eventuale comparsa di “rigidità nucale”, che si manifesta con  la resistenza da parte del bambino a movimenti di flessione del collo. Tale segno può accompagnarsi a un quadro di febbre alta e sonnolenza protratta.

Un altro aspetto che richiede una tempestiva valutazione medica è quello relativo alla comparsa di macchie cutanee rosse o violacee che non “sbiancano” una volta esercitata una pressione con le dita. Al contrario, se il rossore scompare, è probabile che la causa del malessere sia da attribuire a una delle malattie esantematiche dell’infanzia (come la cosiddetta VI malattia), che esordiscono proprio con il “febbrone” di cui abbiamo parlato e che, normalmente, guariscono da sole.

Leggi anche: Come affrontare la febbre nei bambini?