Quando crescono i denti cresce anche la febbre?

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Vediamo se corrisponde al vero la credenza per cui la dentizione, nel bambino, può causare rialzi febbrili

Durante l’eruzione dentaria i bambini diventano irritabili e accusano una serie di disturbi. Tra questi alcuni genitori segnalano il rialzo febbrile.

Le indagini epidemiologiche però tendono a smentire una relazione diretta: la crescita dei denti, insomma, non fa venire la febbre.

Tante volte, di fronte a un picco febbrile di un bambino piccolo, si sente dire (specialmente da parte di nonne e nonni): “saranno i denti”. Con questa frase si vorrebbe quindi sottintendere che la crescita dei denti sarebbe in grado di provocare, nel bambino molto piccolo, un rialzo della temperatura. La relazione tra dentizione e febbre è molto discussa e spesso la prima viene utilizzata in maniera strumentale per spiegare qualsiasi variazione di temperatura. Ma il rapporto è, in realtà, meno diretto di quanto si possa pensare.

La prima dentizione

Cominciamo allora con lo spiegare che l’eruzione dentaria del bambino è un processo fisiologico che investe un lungo arco di tempoIl primo dentino può infatti fare la sua comparsa tra i 3 e i 6 mesi di età e in genere questa si completa attorno ai 30 mesi. I denti che crescono sono quelli definiti decidui (cioè quelli che vengono comunemente definiti “denti da latte”) e si tratta dei 2 incisivi centrali, dei due incisivi laterali, dei due canini e di 4 molari. Pur non essendo una regola assoluta, normalmente erompono dapprima gli incisivi inferiori e poi i superiori, seguiti dai primi molari decidui. Poi erompono i canini e infine i secondi molari decidui. I denti permanenti, invece, erompono a circa sei anni, con la crescita di nuovi molari lungo le arte dentarie. Questi “guidano” l’eruzione dei denti permanenti al posto dei decidui. Il completamento della sostituzione dei decidui avviene attorno ai 12/13 anni.

È molto probabile che la correlazione tra eruzione dentaria e rialzo febbrile sia casuale, e non legata da una relazione diretta. È più probabile che il rialzo febbrile sia dovuto a un'infezione di tipo virale che sopraggiunge insieme alla dentizione, ma in maniera del tutto casuale e indipendente.

Mamme e papà riportano una serie di disturbi

Dopo avere fatto una breve panoramica sui tempi e modi della dentizione del bambino, vediamo ora come questa tappa dello sviluppo viene vissuta all’interno della famiglia; in genere le mamme e i papà si accorgono che, contestualmente alla dentizione stessa, i bambini iniziano ad accusare una serie di disturbi e tra questi i più segnalati sono: salivazione abbondanteirritabilità comportamentale, sonno agitato con frequenti risvegli notturni, aumento della sete e perdita dell’appetitoscariche diarroiche e rialzo febbrile. In genere questo non è severo e viene contenuto al di sotto del 38°C. Ma davvero la dentizione è in grado di dare tutti questi fastidi?

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Alcuni disagi hanno una correlazione, altri no.

Cominciamo con il dire che i fastidi legati alla bocca sono senz’altro direttamente correlati alla dentizione: salivazione, irritabilità, eventuali disturbi del sonno possono essere facilmente spiegati con l’eruzione dentale, almeno nelle fasi di maggiore infiammazione delle mucose gengivali. Sui disturbi intestinali e quelli febbrili, invece, la correlazione appare molto meno chiara e diretta. A questo proposito allora sono state condotte delle metanalisi (ovvero elaborazioni degli studi più significativi pubblicati da riviste scientifiche sull’argomento) che hanno trovato pubblicazione sul Journal of Clinical Pediatric Dentistry. In esse si afferma, sostanzialmente, che la relazione tra febbre e dentizione non è chiara e sembra essere correlata all’utilizzo di diverse tecniche di rilevazione della temperatura. In particolare la segnalazione del rialzo febbrile avverrebbe più frequentemente con la misurazione rettale, rispetto a quanto non avvenga con altri strumenti.

Una spiegazione della relazione tra denti e temperatura

È molto probabile che la correlazione tra eruzione dentaria e rialzo febbrile sia casuale, e non legata da una relazione diretta. Per darsi una ragione di ciò basta eseguire un rapido calcolo: le eruzioni dentarie sono 20, come abbiamo visto. Ognuna di esse occupa (mediamente) una settimana di tempo prima che il dentino riesca a bucare la gengiva. Facendo una semplice moltiplicazione vediamo che per ben 140 giorni (cioè poco meno di 5 mesi) le mucose orali del bambino sono impegnate nella dentizioneE questi 5 mesi sono “condensati” nei suoi primi 30 di vita. È quindi molto più probabile che il rialzo febbrile sia dovuto a una infezione di tipo virale che sopraggiunge insieme alla dentizione, ma in maniera del tutto casuale e indipendente.

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